I soldatini

I soldatini, quel gioco che ci faceva trascorrere del tempo felice a giocare anche da soli, ma meglio con gli amici, in qualunque posto: in casa, al parco, per strada. Non ‘è posto dove uno dei soldatini possa uscire dalla busta per iniziare a giocare.

Ed è proprio a quella busta di soldatini che dobbiamo porre la nostra attenzione di oggi tornando, però, a oltre 40 anni fa. Siamo negli anni 70, l’Italia è in pieno boom economico ma i soldi e i giocattoli non sono certo all’ordine del giorno come adesso.

Per un bambino avere una busta coi soldatini è più che avere un gioiello prezioso e come quando si perde un gioiello prezioso il terrore di perdere la busta di soldatini è enorme.

Siamo a Parma negli anni 70, un bambino di circa 3 anni in braccio alla mamma che aspetta l’autobus nei pressi di un canale. Il bambino, con in mano la sua scatola di soldatini, guarda il suo mondo e aspetta di tornare a casa per giocarci. Il destino però riserva sorprese e per un movimento improvviso ala scatola coi soldatini casca sulla riva del canale, oltre tre metri sotto il piano stradale.

Il bambino inizia a piangere e la mamma al posto di consolarlo si arrabbia con lui per aver perso quel piccolo tesoro ma soprattutto perché in mezzo a tanta gente quel pianto inconsolabile la mette a disagio.

Una piccola folla si raduna attorno alla mamma ormai rosso fuoco per il disagio e per l’impossibilità di mettere fine a quel pianto inconsolabile del figlio. La gente le chiede cosa sia successo e la mamma indica quella piccola scatola sul greto del canale ormai irrecuperabile.

La folla cresce e all’improvviso arrivano due uomini che indossano un’uniforme conosciuta: quella dei Carabinieri. Anche loro non comprendono cosa sia quello strano assembramento e si avvicinano per chiedere cosa sia successo vedendo una mamma in difficoltà. La mamma indica la scatola in fondo al greto del canale e spiega l’accaduto.

I due Carabinieri guardano sotto e comprendono bene l’accaduto. Uno di loro porge il berretto al collega e scompare saltando il muretto del canale. Aggrappato ad una scaletta di servizio scende veloce verso la scatola di soldatini, la raccoglie e torna da quel bambino consegnando il tesoro appena raccolto. “Giovanotto, la prossima volta stai più attento”. E subito il piccolo smette di piangere mentre stringe in mano il piccolo grande tesoro.

La mamma ringrazia ma a quelle semplici parole di ringraziamento i due Carabinieri rispondono con la loro semplicità “Dovere signora, dovere”. E si allontanano.  Beh, quel bambino ancora oggi ormai grande ricorda quell’episodio come fosse accaduto ieri e prova un amore indescrivibile per quell’uniforme. Immaginate quindi la sua gioia quando è stato invitato a visitare addirittura la sede del GIS a Livorno.

Ecco… da una scatola di soldatini può nascere anche l’amore, l’amore per un’Istituzione secolare.