Il bambino e il Maresciallo dei Carabinieri

Il bambino e il Maresciallo dei Carabinieri, il titolo evidenzia un rapporto nato “per caso” fra un bambino ed un Maresciallo dei Carabinieri poi trasformatosi in un rapporto fra padre e figlio.

Le storie di Matteo (nome di fantasia) e del Maresciallo dei Carabinieri Comandante della Stazione di San Ferdinando di Puglia si incrociano per motivi istituzionali nel gennaio del 2007.

Il bambino, stanco dei maltrattamenti della madre che picchiava sia lui che i fratelli più piccoli, scappa di casa a soli 12 anni incontrando sulla sua strada un gruppo di ragazzi che, vedendolo stanco e denutrito, lo portano dai Carabinieri.

Il primo incrocio di sguardi fra i due, lui piccolo e malnutrito, l’altro in quell’uniforme che rappresenta lo Stato, è subito tenero e amorevole. Il Maresciallo dei Carabinieri percepisce subito un attaccamento per quel bambino che, già dal primo istante, affida a lui la sua vita.

Per due anni il Maresciallo dei Carabinieri lo ospitò in casa sua, ma il destino aveva già preparato altre disavventure per Matteo. Il Tribunale per i Minorenni stabilì che Matteo doveva essere affidato ad una casa famiglia. A nulla servirono le lacrime del bambino e le pressioni del Maresciallo dei Carabinieri. L’atto fu ribadito. Il bambino andò in comunità.

bambino con cc

I rapporti continuarono, ma il non poter vivere assieme nonostante quella fosse la volontà di entrambi, era duro da comprendere.

Matteo mantiene anche i rapporti con la madre e nel dicembre del 2009 va da lei a Trinitapoli a trascorrere le festività natalizie.

Proprio mentre lui era a casa, la mamma viene uccisa con un colpo di pistola dal convivente al culmine di un attacco di gelosia. Matteo è disperato: chiama la prima persona che gli viene in mente, quello che non è il padre biologico ma l’unico che si è comportato con i fatti come genitore, come padre.

Il Maresciallo dei Carabinieri corre da lui, lo consola, lo abbraccia, lo difende dagli eventi successivi. Ma ancora una volta il Tribunale per i Minorenni è categorico. Matteo deve tornare in comunità altrimenti, cita il dispositivo, si procederà con l’intervento dell’Autorità di Polizia. Proprio lui, Maresciallo dei Carabinieri, veniva invitato a seguire un ordine minacciando l’intervento dell’Autorità di Polizia mentre Matteo lo pregava di non abbandonarlo.

Il destino sembrava segnato, ma proprio nel momento peggiore della storia il Maresciallo dei Carabinieri presenta regolare domanda di adozione. Adozione

Le lunghe procedure, i duri colloqui, le indagini personali fatte su di lui non lo scoraggiano dal proseguire e dopo varie peripezie finalmente Matteo è stato affidato, a quel papà che aveva incontrato per l’uniforme e aveva amato per l’uomo che c’era dentro.

Una risposta a “Il bambino e il Maresciallo dei Carabinieri”

  1. Come fare a non emozionarmi, sto leggendo questo articolo e mi ricordo di questa storia eè bellissima, le storie belle sono sempre ea lieto fine…e mi chiedo se anche la mia sarà a lieto fine….

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