Il comandante pagliaccio

Il comandante pagliaccio? Leggendo il titolo molti potrebbero pensare ad un comandante che svolge il suo lavoro in modo discutibile tanto da essere definito “pagliaccio”, ma la storia di questo pagliaccio è sicuramente molto diversa da quello che ci si aspetta dal titolo.

Dieci anni fa il Comandante della Stazione Carabinieri di Linguaglossa, piccolo paese alle pendici dell’Etna in provincia di Catania, incontra il primario del dipartimento di pediatria del policlinico di Catania. Grazie al suo sostegno e a quello di un’associazione di ispirazione cattolica il comandante inizia il suo percorso di “pagliaccio”.

Questo maresciallo, infatti, con cadenza periodica dismette i severi ma giusti panni di comandante di Stazione, quelli con cui, come afferma lui stesso, la gente lo riconosce come il difensore dei deboli e indossa quelli del pagliaccio.

La metamorfosi dell’abbigliamento non porta però ad una metamorfosi delle motivazioni che lo spingono. La fierezza di indossare l’uniforme dell’Arma dei Carabinieri è infatti pari alla fierezza che il Comandante “pagliaccio” prova quando indossati i panni colorati si reca all’ospedale pediatrico di Catania ed intrattiene i bambini con la terapia del sorriso.

Molti dei bambini che lui incontra sono consapevoli della gravità delle malattie che li porta ad essere ricoverati in ospedale, ma il sorriso davanti ad un pagliaccio che li fa veramente divertire li fa uscire, almeno per un po’ di tempo, dai pensieri nefasti.

Pagliaccio in ospedaleQuell’uomo dalle due uniformi, quella di pagliaccio e quella di Carabiniere, ha in fondo capito che il suo ruolo è quello di aiutare il prossimo specie se quel prossimo è un bambino malato.

Durante gli spettacoli l’imperativo del pagliaccio è ridere e far ridere ad ogni costo, anche dimenticando la stanchezza per aver terminato un servizio impegnativo, anche dimenticando la malattia di quei piccoli pazienti, ma uscendo dall’ospedale l’uomo ha il spravvento e il pensiero di quei bambini con le flebo al braccio o sulle sedie a rotelle tornano in modo prepotente a formare un nodo in gola.

Lui, dopo più di dieci anni trascrosi in questo modo, afferma con profondo orgoglio che non è lui a donare qualcosa ma è lui a ricevere tanto da quei bambini.

Una storia di un pagliaccio che merita un plauso particolare. La foto pubblicata non rappresenta il maresciallo.

2 Risposte a “Il comandante pagliaccio”

  1. Lo penso, l’ho detto già, e lo ripeto.. Solo gli angeli in terra possono fare questo, donare un sorriso ai più fragili e proteggere dai cattivi più forti.. Oscillano tra la delicatezza e la fragilità più assoluta e l’azione tempestiva intelligente e legale… La mia famiglia in tanti anni e per diversi motivi ha incrociato l’Arma, ed in me c’è la convinzione più profonda di ciò che ho appena detto. La nostra amata Italia sarebbe molto più bella e giusta se tanti uomini incarnassero questo modo di essere, con o senza divisa… Come si dice, l’abito non fa il monaco.. ma certi abiti sicuramente fanno la differenza… Grazie, sempre !

  2. L’Energia dei Bambini,che in sintesi è quella Divinamente Angelica,fuoriuscita dai loro primi anni e soprattutto dai loro primi mesi di vita va oltre l’Infinito perchè il loro Spirito,che sopraggiunge questa dimensione umana – ” IMMONDA ” – dai primordi della loro nascita,è Pura,Limpida,Assoluta in tutti i Sensi allo oo(infinito) % : siamo sempre noi ad aver bisogno di loro e di necessitare di quella Loro Energia Infinita che ci dà la forza di vivere e di affrontare tutte le avversità della vita e non loro(i bambini)di noi nella maniera più assoluta,altrimenti non li metteremmo al mondo : detto questo ho detto tutto.

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