Il peso della crisi

La crisi economica degli ultimi anni è stata devastante, il ceto medio si è notevolmente impoverito. Coloro che già vivevano al limite della soglia di sopravvivenza si sono talmente impoveriti da portare ad un proliferarsi di centri di assistenza sociale.

La Caritas ha sempre più persone da sostenere, e l’augurio che la crisi possa terminare quanto prima è una speranza che in tanti continuano ad avere giorno dopo giorno.

In un periodo di crisi che vede anche i Carabinieri soffrirne gli effetti per via del blocco stipendiale, del blocco degli avanzamenti e di un contratto fermo da tempo che non ripaga dei sacrifici del personale in uniforme, un Carabiniere, un uomo in uniforme, decide di far vivere ad un uomo, comunque meno fortunato di lui, un momento di gioia che faccia dimenticare la crisi stessa.

La crisiUn uomo senza il proprio lavoro perde la dignità stessa di essere un uomo ed è proprio la crisi che ha tolto la dignitià a tanti uomini e donne che non hanno più il loro lavoro. Accade così che un giovane padre disoccupato incontra un giovane padre Carabiniere.

Quel padre disoccupato ha perso tutto, una casa spoglia, si arriva a malapena alla fine del mese con aiuti raccolti da amici e parenti. I bambini non hanno quello che i nostri figli vedono come normale, talvolta come un loro stesso diritto: una televisione per guardare i cartoni animati.

Forse una televisione non è un oggetto vitale, forse per un bambino vedere i cartoni animati non è vitale, ma sicuramente un bambino privato di un divertimento non sarà mai felice quanto potrebbe.

Fabio, così si chiama il nostro giovane Carabiniere, nonostante tutte le limitazioni del suo stipendio decide quindi di porre fine a quella disparità per quei bambini. Un televisore nuovo, un regalo per quel padre disoccupato. E poi racconta a tutti i colleghi: “regalare un televisore ad un padre disoccupato e vederlo egli stesso sorridere come un bambino non ha prezzo”.

Sicuramente la crisi di quell’uomo non è stata risolta, ma altrettanto sicuramente quell’uomo e soprattutto quei bambini avranno anche qualcosa per poter sorridere in attesa che la crisi stessa passi… La notte dovrà passare e il giorno sorriderà alle nostre vite.

Una risposta a “Il peso della crisi”

  1. E’ incredibile questa storia Maggiore Francesco : a dir poco assurda,ma che denota ancora una volta,ammesso e non concesso che ogni testa è un tribunale a prescindere dal suo status sociale,che sono sempre coloro che si trovano in certe situzioni economiche e sociali che sono spinti a solidariezzare sotto tutti i punti di vista con chi ha veramente bisogno di assistenza e lo merita concretamente,fermo restando,e lo ripeto nuovamente,che ogni testa è un tribunale come mi ha sempre insegnato mio nonno !

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