L’incidente

Ciao mamma, vado a lavoro. A dopo. Quante volte la giornata è cominciata così, con un ciao, con il classico “Ci vediamo dopo” mentre con la consuetudine di sempre si va a lavoro o a scuola. Quella mattina era come le altre, la ragazza che usciva con il volto sorridente e la mamma che la salutava con la classica risposta “Stai attenta, mi raccomando, vai piano”.

Una curva, una distrazione, l’evento imprevisto e la macchina si ribalta, un incidente. Quella giornata non è come le altre. Il rumore della lamiera che gratta sull’asfalto e la sensazione di vederti passare davanti tutta la vita in un istante senza poter fare nulla e sperando che la corsa si fermi e poi il silenzio. Non capisci se stai bene o hai qualcosa di rotto o peggio, senti voci attorno a te ovattate e tutte dicono la stessa cosa: “Stanno arrivando i soccorsi, stai tranquilla”. Poi le sirene e piano piano sembra quasi che si veda l’alba nel buio di quell’attimo che segue l’incidente. Si esce dalla macchina, sembra tutto bene e quelle due persone in uniforme, quei due Carabinieri che hai sempre visto come quelli che “ti danno” la multa ma che hai sempre rispettato sono accanto a te. Il cuore batte forte, la paura non passa, il volto è bianco. La voce di quei due Carabinieri è serena, sicura, forte: “Stai tranquilla, è andata bene, non hai nulla ma fatti controllare”. Si, è andata bene.

Quella macchina è distrutta, dopo la paura di essersi fatta male subito si guarda la macchina di mamma. Come faccio a dirglielo come le spiego che ho avuto un incidente, come faccio domani a muovermi?

I pensieri corrono, la paura è tanta anche se diversa. Dalla paura dell’incidente alla paura per l’incidente avvenuto e quegli uomini in uniforme sono ancora accanto a lei a cercare di rasserenarla. Stia tranquilla, per quello che è successo deve solo sentirsi fortunata per esserne uscita incolume da quell’incidente.

Si torna a casa, alla fine anche quella giornata è passata e la sera cala sulle paure quando squilla il telefono. La mamma è la prima a raggiungerlo. Signora, siamo i Carabinieri, come sta? Non si preoccupi, non dobbiamo dirle nulla di particolare. Volevamo solo chiederle come sta sua figlia. Oggi dopo l’incidente era davvero sconvolta e impaurita. Le stia vicino. Scusi per il disturbo.

 

 

 

Sono rimasta senza parole… La mamma ammette di essere stata sorpresa dal gesto dei Carabinieri che non si sono limitati a fare i rilievi dell’incidente e, al massimo, a rasserenare la ragazza dopo l’evento. Hanno voluto chiamare a casa, parlare con la mamma, dire quelle due parole in più che rendono il rapporto fra l’Arma e la gente non semplicemente burocratico ma vivo, umano e degno della tradizione della benemerita.