Lo strano capo equipaggio

Uno strano capo equipaggio ha pattugliato le strade in Lombardia. Ma partiamo dall’inizio della storia, a quando il Capitano stava tornando a casa dopo una giornata di lavoro, un po’ nell’ambito del territorio della Compagnia e un po’ in ufficio.

carabinieri cap

Le 18.50, l’orario in cui la pattuglia dell’Aliquota Radiomobile si prepara ad uscire per il turno serale in quella cittadina della Pianura Padana. Visto l’orario il capitano si ferma a parlare con loro, si scherza, si parla di sport, si parla di servizio e mentre si parla la 159 dei Carabinieri fa bella mostra di se stessa davanti al cancello della caserma pronta per uscire.

Capo equipaggio di 159

Un bambino di 4/5 anni passa davanti a quel cancello, papà lo tiene per mano, mamma li segue a breve distanza. Il bambino si ferma davanti alla macchina dei Carabinieri. La osserva, la studia, la guarda con la bocca spalancata. Parla col padre, non si sente cosa si dicono, ma il padre lo tira via dolcemente per la mano. Ma lui non si fa spostare. Resta fermo a guardare. Osserva pure quei tre uomini in uniforme davanti a quella macchina, li scruta, spera di farsi notare.

Il capitano osserva la scena insieme ai due Carabinieri, l’autista ed il capo equipaggio, capisce la situazione, dice qualcosa ad uno dei due militari che prontamente si allontana sparendo nel buio del garage. Poi si avvicina al cancello, fa segno al militare di serivizio di aprire e va diretto verso il bambino: ” Ciao, come ti chiami?” Lui ha un attimo di paura, poi risponde… “Luca!” (Nome di fantasia) “Quanti anni hai?” ” cinque” risponde lui. “Vuoi vedere la macchina?”. Luca guarda il padre, non riesce a credere alle sue orecchie.

Quell’uomo in uniforme sta veramente pensando di fargli vedere la macchina dei Carabinieri? Il padre guarda il capitano: “Capitano, non si preoccupi, avrete altro a cui pensare”. Ma il capitano ormai aveva già previsto tutto. Dal garage il Carabiniere che prima era scomparso nel buio risale con un’altra 159 che parcheggia poco distante dalla prima. Poi saluta ed esce di pattuglia col collega.

Eccola, davanti a lui la macchina dei Carabinieri. Luca la può toccare, vede le luci, le sirene si accendono, l’altoparlante esterno scandisce il suo nome “Luca, fai il bravo con la mamma”. Luca è al settimo cielo. Vorrebbe saltarci dentro, portarla a casa. E quando quel sogno diventa realtà e il capitano dice al padre di farlo sedere in macchina il cuore batte forte. Pochi metri, la caserma non è grandissima. Ma per 100 metri Luca ha fatto il capo equipaggio, uno strano capo equipaggio. Ed il capitano era il suo lento autista con sirene e lampeggianti.

Bambino con CarabiniereAdesso è proprio ora di andare per Luca. Il papà lo chiama, lui resterebbe anche a dormirci dentro quella macchina. Il padre ha gli occhi lucidi: “Capitano, la vede ogni sera la vede passare in giro. Ha realizzato uno dei suoi sogni più grandi. Forse il più grande”.

Il Capitano saluta Luca, pensa che con un piccolo gesto ha fatto felice un bambino che da grande, ricordando quella sera, apprezzerà ancor di più l’Arma o magari deciderà di farne parte. Poi pian piano va verso i suoi piccoli che lo aspettano a casa. La giornata lavorativa adesso è veramente terminata. Quella di padre non termina mai.

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