Un saluto prima di lasciare quell’anima al suo destino, l’ultimo saluto di un Carabiniere che svolge la sua professione col cuore e con l’amore che serve per poter essere veramente al servizio della gente.
Una chiamata al 112 di Catania, una persona è deceduta, probabilmente per cause naturali. La Centrale Operativa invia sul posto due motociclisti. Un lavoro già fatto altre volte, un’attività che sembra di routine, ma che di routine non ha mai nulla quando si ha a che fare con un cadavere, anche se di una persona sconosciuta.
Un uomo che si definisca tale non può pensare che queste siano cose di routine e non lo sono per quell’appuntato che arriva sul posto per verificare come siano andate le cose. Un controllo insieme al personale del 118 e la chiara certezza che quella signora anziana era arrivata da sola alla fine del suo percorso. Adesso bisogna avvisare il Magistrato di turno per avere l’autorizzazione alla rimozione del cadavere. L’autorizzazione arriva, il Pubblico Ministero dispone di consegnare il corpo ai familiari.
I familiari? Quella donna è morta da sola, nessun familiare può occuparsi di lei o almeno nessuno può farlo prontamente. Cosa si può fare? Chi le darà l’ultimo saluto? Quella signora non può stare lì, in mezzo alla strada, come neanche ad un animale si consentirebbe di stare.
Ecco allora che il Carabiniere decide che è il momento di mostrare cosa significa avere un cuore sotto l’uniforme. Grazie alla collaborazione del personale del 118, che convince a seguire la sua idea, quel corpo viene portato in quella che, fino a qualche ora prima, era la casa dove viveva. Viene adagiata sul letto con amore, come una persona merita, e viene avvertita la vicina di casa, colei che si farà carico delle successive incombenze. La vicina capisce subito che quanto fatto dal Carabiniere non è la prassi, non è previsto e che deve anzi ringraziare quell’uomo vestito di nero con la banda rossa.
Chissà, forse pensa ad un servizio a pagamento e porge del denaro al Carabiniere che lo rifiuta categoricamente. Quel corpo meritava la giusta comprensione e umanità, quel Carabiniere non poteva tollerare che il cadavere potesse restare in attesa a terra per chissà quanto tempo.
“Il Signore vi protegga”, con queste parole la vicina di casa ha quindi omaggiato quegli uomini in uniforme. Una frase che ripaga di mille fatiche, di mille servizi fatti sotto la pioggia o il sole cocente. L’amore della gente ripaga e riempie il cuore. Un ultimo giusto saluto reso ad una sconosciuta, sconosciuta come le persone che ogni giorno i Carabinieri aiutano.
Un piccolo ma grandissimo gesto.
Questo spiega perchè l’Arma è sempre la preferita dagli italiani.
Grazie ancora per quello che avete fatto e per quello che farete in futuro……