Quando si decide di indossare un’uniforme per aiutare il prossimo nessuno deve restarne escluso. In una società che vede sempre più “nessuno” ai margini del mondo, aiutare una persona senza un’identità e lontano dai canoni tradizionali è veramente il segno che fa la differenza.
La storia è una storia romagnola, Rimini è la località in cui si sviluppa questo momento di particolare vicinanza umana. Una chiamata al 112 da parte di qualcuno che vuole restare anonimo. In un parco cittadino una ragazza chiede aiuto, forse è vittima di violenza, le grida sono state ascoltate e la chiamata al 112 permette di indirizzare verso il parco una pattuglia del Nucleo Operativo e Radiomobile.
I Carabinieri, da anni in servizio nella cittadina romagnola, si aspettano di trovare una situazione di violenza verso una donna, una vittima di abusi e si preparano mentalmente alle possibili reazioni dell’aggressore.
Mai potevano immaginare che non c’era alcun aggressore e che la donna, una giovane ragazza senza tetto che era solita passare le proprie giornate in quel parco, stava per partorire. Quando i Carabinieri l’hanno avvicinata la situazione è apparsa subito chiara e i due Carabinieri, dopo aver chiesto l’invio di un’ambulanza con medico, si sono improvvisati ostetrici.
Il parto è una cosa naturale, ma riuscire ad aiutare una persona che sta partorendo non è altrettanto naturale. Per un attimo quell’uniforme nera con la striscia rossa è apparsa come un camice bianco alla partoriente che si è affidata all’Arma per mettere alla luce una piccola creatura.
La donna, di origini brasiliane, ha dato alla luce una bambina in buona salute e quando il medico dell’ambulanza è arrivato ha trovato già mamma e figlia insieme con i due ostetrici “ad honorem” sfiniti per quanto fatto ma fieri di aver contribuito alla nascita della piccola.
Nessuno resta escluso e l’esperienza maturata in una notte speciale sarà sicuramente un ricordo indelebile nella madre e una guida per la vita per la piccola a cui auguriamo ogni genere di felicità.
aiutare chi è nel bisogno senza avere un attimo di indugio è un atto prezioso e chi lo compie è un uomo straordinario.
Queste sono Storie che oltre ad Onorare ed Arricchire il Carabiniere,la Arma dei Carabinieri,e la Giovane Donna & Madre,Onorano il Divino in Primis e tutti i suoi Angeli : diamo a cesare quel che è di cesare ed al Divino ciò che è suo ! Grazie sempre Maggiore Francesco al Carabiniere,a Voi,ed a tutta la Arma dei Carabinieri per averci Arricchito ed Onorato con questa Storia Divinamente Bella !
Buongiorno Maggiore….meno male che questa volta una piccola creatura ha avuto la protezione di 2 Angeli Custodi…tante,troppe volte questi cuccioli d’uomo non desiderati vengono brutalmente seviziati e uccisi…Dio li abbia in gloria….e che i colpevoli si rendano conto e si pentano di quanto commesso….questa storia dimostra di quanto versatile sia l’Arma….bravi,generosi…in una parola Carabinieri.
Grazie
un abbraccione
Silvia