Rapina a lieto fine grazie ai Carabinieri

Rapina a lieto fine grazie ai Carabinieri. Che una rapina possa essere a lieto fine sembra una contraddizione, che lo sia per il rapinatore e grazie ai Carabinieri sembra più una favola che non una storia.

Ma non è una favola, la storia, come le altre, è vera e si ambienta a Marghera (VE) dove un uomo da poco licenziato da una ditta edile, divorziato e con un bambino si è trovato in una condizione di oggettiva povertà. La sua povertà lo aveva reso uno scheletro, mettere insieme qualcosa per mangiare era ogni giorno un’impresa e così ha deciso che la sua strada, da sempre lineare, fosse quella di darsi alle rapine.

Cambia mare, passa dall’Adriatico al Tirreno, e qui, mentre si trova ospite da un’amica, decide di rapinare una farmacia. Un coltello, un passamontagna, il ricordo dei film. In fondo rapinare una farmacia è facile in televisione. Nella realtà però la cosa è ben diversa per chi non è avvezzo a queste attività. Minaccia il farmacista, gli punta il coltello, ma alla fine scappa senza portare via nulla.

Rapina 1

Il farmacista, ancora impaurito per l’accaduto, chiama i Carabinieri che si mettono quindi alla ricerca del pericoloso rapinatore che viene prontamente rintracciato.

Lla sua capacità di delinquere è talmente bassa che neanche la fuga gli riesce bene e così per lui scattano le manette. Ma è proprio nel mettere le manette ai polsi che i Carabinieri notano i segni della povertà, un fisico provato, un uomo disperato, denutrito e infreddolito e, come da sua stessa ammissione, digiuno da due giorni.

Rapina 2

Così in caserma i Carabinieri, nonostante il reato per cui stavano procedendo, si prodigano per nutrire il rapinatore improvvisato. Un pasto, un vero pasto, dopo tanto tempo il primo pasto per quell’uomo che si era impaurito del suo stesso agire e che era fuggito senza portare via nulla. Un pasto che gli arrivava da coloro che lo stavano arrestando: i Carabinieri. Un gesto di solidarietà anche verso chi ha commesso reati, l’umanità sotto l’uniforme.