Un morto che cammina

Ci sono uomini che ogni giorni escono da casa senza sapere se ci ritorneranno. Uno di questi, quel 19 luglio, a casa non ci tornò e non ci tornarono neanche i poliziotti della sua scorta. Paolo Borsellino, un uomo che ogni mese, quando riceveva lo stipendio, facceva l’esame di coscienza e si chiedeva se  lo avesse guadagnato, anche quando sapeva di essere ormai un morto che camminava.

Paolo_BorsellinoLa storia di oggi parte omaggiando lui, dopo 21 anni dalla sua morte e il personale della sua scorta, e da quella vicenda attraversiamo lo Stretto di Messina per arrivare in Calabria.

Un Carabiniere deve fare un servizio di vigilanza ad una personalità, uno dei servizi che, oggettivamente è fra i meno desiderati. Per sei o più ore davanti ad un cancello ad attendere qualcosa che potrebbe non arrivare mai, ma che se arriva rischia di non farti tornare a casa. E poi a vigilare cosa? Quel Carabiniere magari andando a fare il primo servizio pensa a Borsellino visto che deve andare proprio davanti all’abitazione di un magistrato che si occupa di criminalità organizzata. Pensa a quei colleghi saltati in aria. Prepara l’uniforme, prepara l’equipaggiamento e si reca davanti a quell’abitazione.

Il cambio ai colleghi che terminano il servizio e inizia l’avventura. I pensieri sono tanti, si rischia un calo dell’attenzione e quindi si rischia la vita. La notte passa molto lentamente: a volte guardando l’orologio, a volte scambiando due chiacchiere col collega ma proprio mentre l’alba si avvicina ecco che dall’abitazione esce un uomo con un vassoio di biscotti e due caffè.

Il Magistrato rende merito a quei due uomini in uniforme, a quei due Carabinieri che, come lui, hanno seguito la strada del servire lo Stato fino alla morte se necessario e lo fa con un piccolo ma importantissimo gesto.

Quel Carabiniere, che lo vedeva fare per la prima volta, ricorda ancora che non passava notte senza che i colleghi in uniforme davanti a quell’abitazione non ricevessero da lui biscotti e caffè per fare colazione.

Una giustizia per lo Stato, una Giustizia fatta da persone che hanno sacrificato la loro vita per l’Italia e gli italiani.

6 Risposte a “Un morto che cammina”

  1. Se la storia è vera, il magistrato ha compiuto un gesto semplice ma bellissimo, una forma di riconoscenza che i due colleghi non dimenticheranno. Quando giunsi nella capitale nel lontano 90 i servizi di vigilanza erano all’ordine del giorno. Ambasciate, linee aeree, sinagoga, abitazioni di personalità e diplomatici. Mai un saluto, un cenno, un sorriso quasi fossimo di troppo. Solo un pomeriggio afoso di agosto la moglie di una personalità ci portò due bibite fredde. A distanza di tempo ricordo la cosa come fosse accaduta ieri e ringrazio la gentile Signora non per le bevande ma per averci trattato come due persone.

  2. – ” Sono Morti per noi e abbiamo un grosso debito verso di loro,questo debito dobbiamo pagarlo gioiosamente,continuando la lotta,rifiutando di trarre dal sistema mafioso anche i benefici che possiamo trarne anche gli aiuti le raccomandazioni i posti di lavoro,facendo il Nostro Dovere.La lotta alla mafia il primo problema da risolvere nella Nostra Terra Bellissima e disgraziata non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione ma un Movimento Culturale e Morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni le più adatte per sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale dell’indifferenza della contiguità e quindi della complicità.Ricordo la felicità di Falcone quando in un breve periodo di entusiasmo egli mi disse ” La Gente fà il tifo per noi ” E con ciò non intendeva riferirsi soltanto al conforto,che l’appoggio Morale della popolazione dava al Lavoro dei Giudici,significava qualcosa di più,significava soprattutto che il nostro Lavoro stava anche Smuovendo le Coscienze ” – ” Paolo Borsellino ” –

  3. – ” Nulla si crea e nulla si distrugge,ma tutto si trasforma ” – Antoine De Laurent Lavoisier – ” Tranne lo Spirito & l’Energia che vivono per sempre nell’Infinito dello Spazio del Tempo e dello Spirito ” – chimica fisica e metafisica in congiunzione eterna by Dany

  4. La linea di demarcazione tra la giustizia degli uomini e la – ” GIUSTIZIA DIVINA ” – è a dir poco – ” INDESCRIVIBILE ” – a parer mio da ignorante ed incolto come in questo momento non lo sono mai stato Giovanni Falcone,Paolo Borsellino,Vito Schifani,Antonio Montinaro,Cesare Terranova,Carlo Alberto Dalla Chiesa,Rocco Chinnici,Antonino Cassarà,e tutti coloro che per Spirito di Abnegazione,a prescindere dalle loro mansioni lavorative(Carabinieri,Poliziotti,Avvocati,Giudici,ecc.,ecc.)hanno dato la loro vita per avvicinarsi a Lei(alla Giustizia Divina)hanno Rispettato Onorato & Gratificato oltre le che i Cittadini Onesti in tutti sensi la Energia Divina ed il loro operato vivrà per sempre e non morirà mai – ” NELL’INFINITO ” –

  5. – ” Le persone cambiano le idee restano,restano le loro tensioni morali,il loro coraggio,e continueranno a camminare nelle gambe di altri Uomini ” – Giovanni Falcone

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