Gli alamari addosso

In tante circostanze si sente dire che il Carabiniere ha gli alamari cuciti sulla pelle, ha gli alamari pratcamente sempre addosso. “Ho gli alamari cuciti sulla pelle”, una frase del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa che lo ha reso unico perché quel pensiero rispecchiava la realtà dei suoi comportamenti.

Alamari cuciti sulla pelleOgni giorno, però, ci sono altri Carabinieri che vedono il proprio lavoro come qualcosa di diverso dalle altre attività professionali nonostante tale specificità non abbia la giusta riconoscenza e non soltanto quella economica.

Ci sono poi occasioni in cui gli alamari cuciti sulla pelle sono un vero e proprio richiamo al quale non è possibile negare la propria disponibilità.

Un’alluvione, un’intera popolazione colpita violentemente negli affetti, nelle cose più care, una popolazione fiera che non si abbatte, ma che ha pagato duramente una giornata infernale. In questo contesto il richiamo degli alamari prevale su ogni altra cosa e non serve alcuna pubblicità, non serve alcun ringraziamento: le cose vengono fatte e basta.

Un Carabiniere sardo, che abita e lavora nella sua Terra è fra quelli che maggiormente sentono il richiamo degli alamari addosso, lui è di servizio in quello che può definirsi il “day after”, deve svolgere il suo turno dalle 08.00 alle 14.00. Finito il servizio potrebbe sentirsi soddisfatto e potrebbe ritenersi già pago di quanto ha dato alla sua Terra quel giorno, ma è proprio in quel momento che inizia il vero lavoro.

Quel Carabiniere torna a casa, si cambia, indossa una tuta, un paio di stivali, niente che possa farlo evidenziare come Carabiniere. Prende la propria autovettura e si dirige verso Olbia. Cento chilometri lo sperano dalle zone maggiormente colpite e nessuno gli pagherà la benzina, nessuno gli pagherà le spese.  Non esiste blocco stipendiale, non esistono difficoltà economiche non esiste nulla che possa trattenere quel Carabiniere dal richiamo degli alamari.

Alamari addossoInizia a lavorare, ad aiutare, in silenzio, pensa di sentire gli alamari addosso. Il giorno dopo è a riposo, ma è ancora lì a lavorare. La sera tornerà a casa perché il giorno successivo deve lavorare prima di mattina e poi nella notte successiva ma già pensa a quando potrà tornare. Uno spirito simile non è quello del servizio, non è il semplice lavoro, è veramente il richiamo degli alamari.

La storia è assolutamente vera ma con questa storia vorrei anche onorare tutti gli appartenenti a qualunque forza di polizia o forza armata, tutti i volontari e tutti quelli che hanno contribuito o contribuiranno alla rinascita della Sardegna.

Una risposta a “Gli alamari addosso”

  1. ho visto tanta solidarietà in questi giorni… ho visto persone e gradi AMALGAMARSI con la disperazione della gente e con la voglia di ricominciare… chi in borghese, chi in divisa, tutti a rimboccarsi le maniche per AIUTARE, per salvare il salvabile…. verissimo che chi finisce il suo turno puo tornarsene comodamente a casa, ma la coscienza non si appende alla gruccia e si indossa il giorno dopo…. sopratutto quella delle Anime buone. Siamo stati un po tutti in “servizio” in questi giorni, la gente tra la gente senza distinzioni e mi Congratulo sopratutto con chi umilmente e umanamente insieme alle stellette ha indossato guanti e stivali in gomma, grazie a tutti, grazie anche a lei Maggiore, sia per aver raccontato e condiviso questa testimonianza, sia per averci aiutato anche con questo gruppo, lasciandoci postare ogni tipo di aiuto, GRAZIE A TUTTI! Forza Paris in questi giorni è stato il motto di tutti, non solo dei Sardi, perche davvero l unione fa la forza!!! <3

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