Il tenente dei bambini

La salma del tenente Pittoni è ancora adagiata nella chiesa di Pagani, il funerale sta ormai terminando, la bandiera tricolore ricopre quella bara che accoglie uno dei tanti eroi silenziosi dell’arma dei Carabinieri.

Un bambino scappa verso la bara, appoggia un fiore e si allontana, anche lui in silenzio e mentre torna verso la madre ripensa a quel giorno di cinque mesi prima in cui ha conosciuto Marco.

Una mattina i Carabinieri arrivano a casa sua, il papà non è in casa, ma il piccolo Stefano (nome di fantasia) non è ancora in grado di capire perché il padre deve stare via da casa in una stanza con le sbarre e perché quegli uomini in uniforme devono guardare nei cassetti di casa.

Il piccolo Stefano vede i Carabinieri nei suoi spazi, li guarda incuriosito, ma non spaventato, i modi sono gentili e quell’uomo che sembra il capo ha la faccia buona.

Prima di lasciare l’abitazione quell’uomo buono si avvicina a Stefano e, indicando la bicicletta vecchia e ormai inutilizzabile, gli chiede: “Ma quella bicicletta, cosa ci fai con quella bicicletta tutta rotta?”. Stefano guarda per un attimo quell’uomo che ha detto di chiamarsi Marco, guarda la mamma e risponde “Marco, la bicicletta è rotta, ma i soldi per aggiustarla non ci sono”.

Il tenente buono, il tenente dei bambini, come era soprannominato, lo guarda commosso e lo accarezza. Va via. La perquisizione è finita. Esito negativo.

Esito negativo? No, in realtà l’esito era stato positivo. Aveva conosciuto il piccolo Stefano e la sua bicicletta.

Qualche giorno dopo un corriere arriva a casa di Stefano, scarica una bicicletta nuova fiammante ma nessuno comprende da dove potesse arrivare quel piccolo gioiello. Stefano la guarda, è felice, ma chi deve ringraziare? Il campanello rileva un particolare però…. Lo stemma dell’Arma dei Carabinieri è bene in evidenza. Ecco chi era stato… marco, quell’uomo che era venuto a guardare e a frugare nei cassetti di casa sua gli aveva mandato una bicicletta nuova.

Bicicletta CarabinieriQuel giorno del funerale, dopo cinque mesi, il piccolo Stefano, ancora col padre in carcere, rende onore a quel tenente dei bambini a quel Carabiniere che, per fare il proprio lavoro, ha lasciato quanto di più prezioso avesse: la propria vita.

Tenente Pittoni

Il gesto di Stefano lascia sconvolti tutti i presenti nella piccola chiesa di Pagani, ma ancor di più il gesto della famiglia di Stefano, una famiglia che, nonostante il padre/marito in carcere, ha voluto rendere onore e merito a quella figura umana e professionale di Carabiniere che era il tenente Marco PITTONI.

5 Risposte a “Il tenente dei bambini”

  1. …e la gente li vede solo come una minaccia… ed in tanti sono morti per la gente…

  2. spesso alcuni Genitori sbagliano quando al proprio bimbo che fa i rapricci dicono: se non fai da bravo chiamo l uomo nero, oppure se non la smetti chiamo i Carabinieri… 😉 non si rendono conto che cosi facendo precludono l immagine di quelle persone e di alcune categorie, facendo crescere cosi i propri figli con delle idee discriminanti… bravo Stefano e onore al Tenente Pittoni.

  3. Onore a chi in vita si è guadagnato il rispetto del ‘nemico’ ed ha saputo farci commuovere con il suo esempio.
    Grazie tenente

  4. è impressionante come alcuni racconti possano commuovere una persona, una bellissima storia accaduta qualche anno orsono che vede da un lato la gioia di un bambino e dall’altro il dolore che ha provocato la perdita (anch’io lo voglio ricordare con il nome) del Tenente buono…..

  5. Crudele il destino … come ha potuto strappare all’Arma e alla Vita un uomo e cc così umano!?! Uomini come il tenente Pittoni (r.i.p) sono indispensabili per tutti noi. Posso solo aggiungere che è riuscito a lasciare un ricordo indelebile nel cuore di quel bambino che mi auguro non segua le orme del padre.

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