Un lungo via vai di cittadini che vanno in una caserma di Carabinieri potrà dare l’idea che questa sia la storia di un lunedì mattina, intorno alle nove del mattino, quando la gente si affolla per presentare le denunce di tutti i fatti avvenuti nel week end.
Invece la storia ha ben altri fondamenti e il via vai di gente è legato ad un evento accaduto ai Carabinieri e non alla gente stessa.
Un giovane Carabiniere è di pattuglia all’inizio degli anni ’80, la sua mente è a casa visto che la moglie ha appena partorito una coppia di gemelli, ma il suo turno nel comune di Casteltermini, in provincia di Agrigento, inizia a mezzanotte e termina alle quattro. Quella notte la passerà col comandante di Stazione e non con i due gemelli appena nati visto che la licenza era ormai un ricordo.
La notte sembra scorrere tranquilla e anche qualche pensiero al fatto che a casa o in servizio la nottata sarebbe comunque trascorsa in bianco.
Nel buio della notte i fari di due pulmini Fiat 850 illuminano la strada. Vanno controllati. Che fanno nella notte due pulmini pieni di gente per strada? Un rapido controllo e sarà tutto più chiaro.
Anche quella azione, per quanto rischiosa, sembra comunque un’attività “ordinaria” per un Carabiniere che giornalmente rischia la vita fermando persone sconosciute in mezzo alla strada.
Ma quella notte quelle persone sparano. Un lungo conflitto a fuoco assorda il silenzio di Casteltermini. Non importa sapere come sia finita la vicenda per coloro che guidavano i pulmini, l’importante è sapere che i due Carabinieri ne sono usciti sani e salvi.
La mattina successiva la voce del conflitto a fuoco del neo papà Carabiniere e del Comandante di Stazione si sparse in tutto il paese e un lungo via vai di gente iniziò una sorta di pellegrinaggio in caserma. La gente amava e ama i suoi Carabinieri. Quella mattina quella stessa gente portava dolci, caffè ma soprattutto portava tutto l’amore e la vicinanza della cittadinanza.
Un segno concreto di quanto la gente comune amasse, ma ancora oggi ama, i Carabinieri.